Il tempo passa per tutti, Adriano Galliani ha forse fatto il suo e, insieme allo smalto dei tempi migliori, pare evaporato anche il Milan che ormai perde o pareggia senza colpo ferire e a fine ottobre si trova già a 16 punti dalla vetta, cosa mai successa nella lunga e gloriosa storia rossonera. Galliani rimane un uomo di calcio abile, appassionato e furbo quanto basta, ma sul mercato ha perso appeal, si vanta di operazioni che dieci anni fa sarebbero state etichettare come “minori” e dirige da burattinaio una campagna di difesa nei confronti di squadra e mister cercando le più disparate giustificazioni ai flop sul rettangolo verde. Ieri il ko di Parma, 3-2 che brucia per come maturato quando l’ennesima rimonta stagionale pareva completata: a recupero inoltrato il fallo (con annessa ammonizione) di Zapata su Sansone, il calcio di punizione di Parolo, Matri e Birsa si aprono in barriera, Gabriel battuto: smacco non da poco per il calvo dirigente del Diavolo, che sbotta contro l’arbitro Valeri:
“Non vorrei che il nostro basso profilo nei confronti degli arbitri sia mal interpretato e scambiato per debolezza. Oltre al fatto che c’erano due rigori netti per noi, la punizione da cui è scaturito il gol del 3-2 è stata calciata sei metri avanti rispetto alla posizione corretta. Cosa peraltro ampiamente dimostrata dalle immagini televisive. Non mi soffermo sui due rigori evidenti ma per considerare chiuso l’altro episodio ci aspettiamo che qualcuno ci dia spiegazioni e anche scuse”.
Sul sito ufficiale del Milan è apparsa una nota con le immagini sia del fallo che del punto di battuta, con annessa spiegazione a margine:
“Il campo del Tardini di Parma misura 105 metri. Le 17 strisce e mezza, erba scura ed erba chiara, che lo suddividono misurano all’incirca 6 metri. Il fallo di Zapata avviene al limite della striscia di erba scura. Il pallone viene portato avanti, quasi a metà della striscia successiva di erba chiara. Dal momento che ogni striscia misura circa 6 metri, si calcola che il punto di battuta sia stato avanzato di 8 metri”.
Braschi e Nicchi, i designatori arbitrali minimizzano, col secondo che riserva una stoccatina a Galliani:
“Noi non dobbiamo chiedere scusa a nessuno. Non è che Galliani vuole le scuse dai suoi giocatori? A parte le battute in campo non ho visto errori particolari. Peraltro non ho visto situazioni non percepite dall’arbitro ma percepite da altri protagonisti in campo. La punizione di Parolo, ad esempio, è stata battuta da una posizione non corretta, è innegabile: di questo non ha avuto percezione in campo il direttore di gara ma neanche i giocatori, che non hanno fatto alcuna rimostranza”.
La replica (ironica) dell’ad milanista non si è fatta attendere: “È curioso che il presidente Nicchi inviti i giocatori a protestare a fronte di un errore arbitrale“, così come ha voluto dire la sua il presidente del Parma Tommaso Ghirardi, sentito telefonicamente da Radio Anch’io lo Sport; il numero uno dei ducali non ci sta e non considera minimamente la vittoria della sua squadra favorita dal fischietto di Roma:
“Oggi più che mai abbiamo una classe arbitrale di altissimo livello e che lavora in buona fede. Quello che voglio segnalare è che su certa stampa si punta a screditare l’operato dell’arbitro. L’arbitro fa il suo lavoro quando non condiziona il risultato finale. Ieri non è successo. Milan furioso con l’arbitro? Stimo moltissimo Galliani che lo reputo il miglior dirigente italiano ed è giusto che difenda la sua squadra. Quello che non condivido sono le prese di posizione di certa stampa, con seconde o terze firme. L’arbitraggio di ieri è stato corretto”.
Potrà mai servire questo spirito polemico nei confronti dei direttori di gara per uscire dal pantano di risultati negativi in serie? Finché il Milan continuerà a subire gol fotocopia come i due del Parma nel primo tempo, supponiamo proprio di no.
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